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La storia del libro


Per fare la stampa ci vuole il libro. Ma per fare il libro? Dall’invenzione della scrittura ci vogliono all’incirca 4000 anni! Oggi, la nostra rubrica Once Upon a Print ci porta all’indietro nel tempo, per riscoprire in poche righe la storia del libro, dalle sue origini fino all’invenzione più importante dell’epoca moderna: la stampa.

Le origini del libro: il rotolo di papiro.

Tralasciando i primi secoli dall’invenzione della scrittura (siamo nella Mesopotamia del IV millennio a.C.) e prima che la carta diventasse il materiale prediletto per autori di tutte le epoche, tre erano i materiali più comuni per la scrittura. Il papiro (per le civiltà mediterranee), la pergamena (Asia Minore) e la seta (estremo oriente). Anche se i materiali differivano molto per caratteristiche e costi, erano accomunati da un destino: finivano arrotolati su di un bastoncino di legno od osso, e scritti su una facciata sola in modo perpendicolare alla direzione di arrotolamento. Per leggerli, si doveva tenere il bastoncino con una mano e srotolare il foglio con l’altra. Una prassi scomoda, che influenzava anche le abitudini di lettura, che veniva infatti eseguita in pubblico e a voce alta. Non esisteva ancora, in pratica, la lettura intima e personale che fa parte della nostra identità.

L’impero romano: Il Volumen

A Roma, questo particolare supporto arrotolabile era conosciuto con il nome di Volumen, ed era appunto un rotolo di papiro avvolto attorno a bastoni di legno, che servivano per srotolarlo più o meno agevolmente.

La Biblioteca di Alessandria, una delle meraviglie del mondo antico, si stima che ne conservasse all'incirca 490.000, almeno fino agli ultimi lavori di ampliamento della sua struttura. Oltre ad essere un supporto molto delicato, il volumen era piuttosto difficile da maneggiare e non poteva contenere opere intere: infatti più rotoli della stessa opera finivano custoditi all’interno di una scatola cilindrica che prendeva il nome di Capsa.


Il precursore del libro: Il Codex

Ma nel I secolo d.C., ecco che prima in Egitto, Grecia e poi a Roma spuntano le prime pagine di papiro rilegate, figlie dirette delle tavolette cerate. Create originariamente come supporto per conti, testamenti e appunti di carattere commerciale, dimostrarono presto la loro comodità e diventarono qualcosa d’altro. Nasce il Codex, simile al libro come lo conosciamo oggi, costituito da pagine di fogli di papiro messi assieme e legati sul dorso. Tuttavia il rotolo era ancora considerato il supporto privilegiato per opere letterarie di un certo spessore.

Furono le prime comunità cristiane a fare del Codex un supporto ambito e ne decretarono il successo “commerciale”. È qui che inizia la storia del libro vero e proprio. I vantaggi del codex? Era versatile, resistente, e dava possibilità di avere un’opera completa senza doverla dividere in più rotoli. In pratica, era un supporto ideale per i lunghi viaggi missionari che portarono i cristiani in giro per il mondo. Presto il papiro finì per essere sostituito dalla pergamena, decisamente più resistente e in cui era possibile scrivere su entrambe le facciate.


I monaci e il manoscritto miniato.

Dopo la caduta dell’Impero Romano, furono i monaci amanuensi a preservare una mole di cultura immensa, che altrimenti sarebbe andata perduta. Lo fecero a mano, all’interno dei loro scriptorium, ricopiando il lascito filosofico e culturale delle civiltà Romana e Greca. Realizzare un libro, all’epoca, era una vera e propria arte d’èlite, come era un’èlite chi poteva permettersi di acquistare o leggere quei libri. Veri e propri capolavori senza prezzo, dove le miniature erano rifinite al dettaglio con oro e colori preziosi, e che restano ancora oggi uno degli esempi più lampanti dell’arte pittorica medievale.

La carta e il libro moderno.

La storia del libro arriva alla sua maturità verso il 1000 d.C. quando in Europa arrivò la carta vera e propria che, grazie ai costi ridotti, diventò il materiale prediletto. L’ultimo passaggio, il più importante, fu quello di Gutenberg: nato a Magonza nel 1400, inventò la stampa a caratteri mobili sfruttando la sue esperienza come orafo e una pressa a vite utilizzata per la pigiatura del vino. Un'invenzione così geniale da cambiare per sempre la diffusione della conoscenza, che divenne universale, aprendo le porte all’epoca moderna.

Ma questa è un’altra storia.